Una volta le fake news circolavano solo su mezzo scritto: articoli che riportavano dichiarazioni mai pronunciate da importanti personaggi di spicco nel mondo della politica o dello spettacolo. D’altronde, era impossibile “mettere in bocca” letteralmente parole non dette da terze persone, senza avere la bacchetta magica.

Oggi però ce l’abbiamo, grazie a una tecnologia sempre più avanzata che permette di compiere veri e propri miracoli. E così hanno preso vita i deepfake video, che attualmente rappresentano la nuova frontiera delle fake news.

Si tratta di un fenomeno allarmante, come evidenziano i sempre più frequenti casi riportati dalla cronaca di utilizzo di questa tecnologia. Uno degli ultimi in ordine di tempo è il filmato di Matteo Renzi trasmesso addirittura su Canale 5, durante la trasmissione satirica Striscia La Notizia.

Nel corso di quello che viene presentato ironicamente come un “incredibile fuorionda”, l’ex premier si lascia andare ad alcuni commenti pungenti su Giuseppe Conte e sui suoi avversari politici, fino a scivolare nella trivialità con alcuni gesti decisamente poco consueti. Potete vedere qui il video completo.

È in realtà, questo, un chiaro esempio di cosa si possa fare con un deepfake video: basta avere le giuste competenze (o affidarsi a chi le ha) per metter su un siparietto in cui si può letteralmente far dire – e fare – qualsiasi cosa a un personaggio pubblico.

Il fenomeno è nato alcuni anni fa nell’ambito della pornografia. Le prime vittime di questo “scherzo” sono state alcune famose attrici hollywoodiane come Scarlett Johansson, che un giorno all’improvviso si è vista protagonista di video porno che non aveva mai girato. Poi è dilagato in politica, riscuotendo sempre più attenzione dal pubblico. Come è accaduto con il filmato di Obama creato – è proprio il caso di dirlo – dal regista Jordan Peele a dimostrazione della potenza di questo mezzo di comunicazione innovativo.

I deepfake video si basano su una tecnologia chiamata generative adversarial networks, utilizzata nell’ambito dell’apprendimento automatico per “addestrare” le reti neurali nel generare nuovi dati (come ad esempio un volto umano) a partire da quelli precedentemente assimilati. Come funziona, in maniera semplice? Bisogna offrire alla macchina un certo numero di foto o video in cui è ritratto il personaggio di cui si vuole “rubare” l’identità. L’intelligenza artificiale, studiando questo materiale, apprende i tratti somatici del volto, le espressioni facciali e tutto ciò che serve per ricreare l’immagine in maniera pressoché identica.

Il meccanismo è lo stesso che si cela dietro app di grande successo come Zao, in grado di sostituire il volto di chiunque a quello di una star del cinema. Solo che in quel caso si tratta di puro divertimento (nonostante sia bene prestare attenzione ai rischi riguardanti la propria privacy), mentre i deepfake video diffusi sul web possono diventare un vero e proprio pericolo per il mondo dell’informazione. La tecnologia, in materia, ha fatto passi da gigante e sicuramente continuerà a farne nei prossimi anni, rendendo questi filmati sempre più realistici e quasi impossibili da distinguere rispetto agli originali.

Le conseguenze non sono difficili da prevedere: bufale improvvisamente spacciate per verità perché pronunciate da personaggi di un certo rilievo, ma anche nuove frodi e nuovi metodi per intaccare la credibilità e la dignità di altre persone. E la deriva pornografica non è da meno, se pensiamo a cosa potrebbe succedere applicando la tecnologia deepfake al revenge porn. La china è pericolosa, e a quanto pare l’abbiamo già imboccata.

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