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È subito polemica, ma poi arriva la precisazione
Afghanistan: gli Usa pronti al ritiro anticipato?
Truppe Nato: non più per combattere, ma per sostegno

02/02/2012, 18:02
WASHINGTON - Entro il 2013 gli Stati Uniti cesseranno le loro operazioni di combattimento in Afghanistan, perché a partire da quell’anno le forze di sicurezza afghane dovrebbero essere in grado di controllare da sole l’intero Paese. Ad affermarlo è stato il segretario della Difesa statunitense Leon Panetta e le sue dichiarazioni hanno trovato conferma nelle parole del segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen. La notizia però non sembra ancora essere ufficiale a tutti gli effetti. Non è stata presa, infatti, nessuna decisione finale al riguardo, anche e soprattutto perché bisogna attendere che una decisione sia presa in maniera congiunta da tutti i Paesi alleati, che dovrebbero discuterne al vertice Nato di Chicago, in programma a maggio. Per il momento, dunque, gli impegni in Afghanistan dovrebbero rimanere quelli che prevedono il ritiro delle truppe dal Paese entro il 2014 e non entro il 2013.
Che si tratti o meno di una nuova grana a cui gli Stati Uniti dovranno rispondere, sta di fatto che le dichiarazioni dei segretari Panetta e Rasmussen, sull’accelerazione dei tempi del disimpegno americano in Afghanistan, hanno nell’immediato sollevato un coro di polemiche: al punto tale che lo stesso capo del Pentagono ha poi voluto mettere le mani avanti, precisando quanto detto inizialmente. Le truppe americane rimarranno in Afghanistan e, una volta terminate le operazioni di combattimento, queste proseguiranno nelle operazioni di assistenza e addestramento. Non si tratterà più di “combattimento” ma di “supporto e formazione” dunque. Questo vuol dire, ha specificato poi il segretario della Difesa statunitense, che le truppe Nato saranno comunque pronte a combattere e che non è da escludere che continuino a farlo, anche se in maniera più sporadica.
Che si tratti o meno di una nuova grana a cui gli Stati Uniti dovranno rispondere, sta di fatto che le dichiarazioni dei segretari Panetta e Rasmussen, sull’accelerazione dei tempi del disimpegno americano in Afghanistan, hanno nell’immediato sollevato un coro di polemiche: al punto tale che lo stesso capo del Pentagono ha poi voluto mettere le mani avanti, precisando quanto detto inizialmente. Le truppe americane rimarranno in Afghanistan e, una volta terminate le operazioni di combattimento, queste proseguiranno nelle operazioni di assistenza e addestramento. Non si tratterà più di “combattimento” ma di “supporto e formazione” dunque. Questo vuol dire, ha specificato poi il segretario della Difesa statunitense, che le truppe Nato saranno comunque pronte a combattere e che non è da escludere che continuino a farlo, anche se in maniera più sporadica.
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