Lunedì 18 Febbraio 2019
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Dopo i paesi africani, anche a Tirana parte la protesta
Albania: in 20.000 in piazza contro il governo
Guida i manifestanti il sindaco socialista Edi Rama

28/01/2011, 21:01
TIRANA - Sembra non trovare soluzione di continunità la protesta della società civile nei cosiddetti paesi del secondo mondo. Dopo Tunisia ed Egitto, anche l'Albania riesce a portare in piazza oltre 20.000 manifestanti contro l'attuale esecutivo. La protesta davanti alla sede del governo di Tirana è stata guidata dal sindaco socialista della città, Edi Rama e dai familiari dei tre manifestanti uccisi a colpi d'arma da fuoco lo scorso venerdì.
Le vittime vennero colpite mortalmente dalle forze dell'ordine mentre protestavano insieme a migliaia di altre persone contro il numero uno dell'esecutivo albanese Sali Berisha. Le strade del centro del capitale straripano letteralmente di persone e per ora non si sono registrati incidenti di alcun tipo. In un clima di surreale e rispettoso silenzio per quei "tre uomini disoccupati, padri di sei figli rimasti orfani", il primo cittadino di Tirana ha annunciato che "Quello che avete visto oggi è che l'Albania non potrà mai più accettare di ricadere in un regime di paura".
La folla ha reso omaggio alle vittime in un clima plumbeo ma non teso; votato ad un religioso silenzio benchè denso di rabbia e desiderio di ribellione. Anche in Albania, da oggi, si prospetta un periodo molto difficile per l'esecutivo in carica.
Le vittime vennero colpite mortalmente dalle forze dell'ordine mentre protestavano insieme a migliaia di altre persone contro il numero uno dell'esecutivo albanese Sali Berisha. Le strade del centro del capitale straripano letteralmente di persone e per ora non si sono registrati incidenti di alcun tipo. In un clima di surreale e rispettoso silenzio per quei "tre uomini disoccupati, padri di sei figli rimasti orfani", il primo cittadino di Tirana ha annunciato che "Quello che avete visto oggi è che l'Albania non potrà mai più accettare di ricadere in un regime di paura".
La folla ha reso omaggio alle vittime in un clima plumbeo ma non teso; votato ad un religioso silenzio benchè denso di rabbia e desiderio di ribellione. Anche in Albania, da oggi, si prospetta un periodo molto difficile per l'esecutivo in carica.